CTR e CPM: cosa sono e come ottimizzarli per le campagne di advertising

Le piattaforme pubblicitarie di Google Ads, Meta, per Facebook e Instagram, TikTok ecc…sono un ecosistema in continua evoluzione.

Per ottenere risultati reali con le campagne di advertising, come: visibilità, traffico qualificato, conversioni, è necessario sia sapere come funzionano le diverse piattaforme, ma soprattutto è necessario leggere e gestire con precisione due metriche chiave: CTR (Click-Through Rate) e CPM (Costo per Mille Impressioni).

Vediamone il funzionamento, per capire anche come trasformare il budget in performance misurabili.

CTR: che cos’è e perché conta davvero

Il CTR misura la percentuale di utenti che, dopo aver visto un annuncio, cliccano su di esso. È un indicatore diretto dell’efficacia del messaggio pubblicitario.

La formula per calcolarlo è: CTR = (Clic / Impressioni) × 100

Un CTR alto segnala che il contenuto è rilevante, interessante e ben costruito. Più click riceve un annuncio, più l’algoritmo lo premia. Un CTR debole, invece, è spesso sintomo di creatività inefficace, targeting sbagliato o di un’offerta poco chiara.

CPM: perché incide sulla sostenibilità delle campagne

Il CPM rappresenta il costo sostenuto per ottenere mille impressioni. Indica, in sostanza, quanto si paga per essere visibili.

La formula per calcolarlo è: CPM = (Spesa totale / Impressioni) × 1000

Ridurre il CPM senza compromettere la qualità significa aumentare l’efficienza. Ma attenzione: un CPM basso non è necessariamente un buon segno, se il CTR è scarso o se l’audience non è in target.

Come migliorare CTR e CPM?

Gestire al meglio il CTR e CPM deve far parte della propria strategia di advertising. Buone prestazioni in entrambi i campi indicano che si sta capendo il proprio pubblico, che si sta comunicando con impatto e che si sta ottimizzando al meglio il proprio investimento.

Ma come migliorarli? Per delle buone campagne di advertising e ottimizzare i risultati di CTR e CPM considera:

1. Una buona creatività: immagini di qualità, video dinamici, copy coinvolgenti. L’occhio clicca ciò che cattura in pochi secondi. I formati nativi, come Reels o Stories, funzionano meglio se pensati per la piattaforma che li ospita.

2. Segmentazione intelligente del pubblico: target mirati generano CTR più alti. Usa dati demografici, interessi e comportamenti per creare campagne specifiche. Le lookalike audience sonoideali per scalare senza sacrificare la qualità.

3. Test A/B continui: non esiste un’unica creatività vincente. Sperimenta, analizza, ottimizza. Piccole variazioni nel copy, nei visual o nei CTA possono fare la differenza sul rendimento.

4. Pertinenza e qualità: più un annuncio è pertinente, più l’algoritmo lo premia. Questo porta a una riduzione del CPM e a una maggiore esposizione. Cura anche ciò che accade dopo il click: una landing page lenta o confusa può annullare l’efficacia dell’annuncio.

Questi quattro elementi se ben gestiti possono aiutarti in tutte le tue campagne di advertising, da quelle per i social fino a quelle per Google Ads.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *